"Pensa da uomo di azione e agisci da uomo di pensiero" (Henri Bergson)

lunedì 19 maggio 2014

I SOLITI RITORNELLI

Come spesso accade dopo uno storno, si legge sulla stampa e nel web che i grossi traders professionali (di fondi e gestioni patrimoniali) sono pronti ad acquistare sullo storno e a comprare titoli a sconto. 
 
Con tutto il rispetto per i veri professionisti, io sono solo un piccolo trader part-time, qualche riflessione mi viene spontanea.
 
Premesso che (e sono volutamente provocatorio):
 
1°) non rischiano soldi propri,
2°) non perdono il posto se non si discostano molto dal loro benchmark di riferimento,
3°) male che gli vada non realizzano le commissioni di performance,
 
nella loro posizione, vista l'abbondante liquidità (altrui) che arriva loro da mesi spontaneamente (noi ce la dobbiamo guadagnare) e che non possono certo tenerla disinvestita per lungo tempo, la strategia del "buy on the dips" o del "buy the cheap" è comprensibile, ma non sempre condivisibile anche perchè spesso cela una menzogna di fondo.
 
Quale?
 
Guardiamo i grafici; la scorsa settimana il mercato è sceso in modo deciso e violento e con forti volumi, realizzando il tipico sciacquone.
Chi aveva la potenza di fuoco per scrollare il mercato così velocemente se non proprio loro, i grossi professionals?
Non ci verranno a raccontare che sono stati i piccoli investitori che sono usciti in massa?!?
Il parco buoi è sempre l'ultimo ad uscire e qui siamo ancora in cima al rialzo (rectius, rimbalzo).
Quindi hanno venduto loro; ma perchè allora ci dovrebbero propinare la litania del comprare sullo storno?!?
 
Il secondo ritornello frequente è l'acquisto dei titoli a sconto perchè il P/E è basso o l'azienda è sottovalutata rispetto al proprio intriseco valore (come se ce ne fosse uno certo).
 
Secondo questa logica, Unicredit a 40 (nel 2007) era cara, ma a 30, dicevano, era a buon mercato visto il calo del 25%; scesa a 20 dicevano, sempre loro, che era da comprare perchè a supersconto dato che quotava la metà dei massimi, per non dire a 10, un vero affarone!
 
Oggi è ancora sotto ai 6,  alias - 80% per chi l'ha presa a 30, - 70% per chi l'ha comprata a 20, - 40% per gli l'ha acquistata a 10...
 
Per non parlare dello stress da neuro di chi l'aveva presa a quei prezzi e l'ha vista dirigersi a 2 nel 2012 (se poi credeva ai Maya si è sparato)!
 
Di Warren Buffett in giro ce n'è uno, probabilmente qualche altro che non conosco.
 
L'analisi dei fondamentali è un aspetto importante e imprescindibile ma spesso troppo sopravvalutato che non spiega, ad esempio, come mai titoli con P/E a 30 (alto quindi non a sconto) riescano a realizzare ancora il 100% o il 200% di rialzo.

Come diceva Danny Glover in "Arma Letale" sono troppo vecchio per queste stronzate.
 
In vent'anni l'ho sentita troppe volte la storiella dell'acquistare sulla debolezza sempre e ad ogni costo, come quella dell'acquistare sempre e solo i titoli a sconto, come se fossero le sole strategie valide per operare in ogni contesto di mercato e per ogni investitore.
 
Se, grazie a Dio, sono sopravvissuto finora come piccolo trader non è per il "buy and hold" nè per il "buy on the dips" o il "buy the cheap" ma per il "cut short losses, let's run profits", per "il sapersi accontentare quando ti va bene", per l'aver osservato i grafici dei prezzi e dei volumi, dato che "il mercato sconta tutto, anche le menzogne" (anche se poi spesso lo si interpreta male).
 
Non c'è analisi, analista, gestore, metodo, che possa prevedere ogni spinta, inversione, stallo del mercato; e d'altronde non è questo il punto per sopravvivere sui mercati e cercare di trarne profitto.
 
Uno dei più intriganti ed utili testi di trading è "Market Wizards", la raccolta di interviste di Jack D. Schwager ad alcuni grossi traders degli anni 80 (ma ancora attualissimo) che pur seguendo sistemi e metodi completamente diversi tra loro, avevano due cose in comune: una forte tensione verso il money managament e verso la disciplina con gli stops , le uniche due cose che possono essere in grado di salvarci (fino all'Armageddon) facendoci sperare di guadagnare di più di quanto non possiamo perdere.
 
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Lo sciacquone del nostro mercato ha separato il grano dal loglio.
 
L'abbondante liquidità aveva offuscato le menti, troppa euforia, tutto stava diventando da comprare.
 
Che sia un buy on dips non è dato saperlo, potrebbe essere visto che per ora lo scenario preferito resta quello della prosecuzione del rialzo.

Per l'analisi, oltre ai grafici sottostanti, rinvio agli ultimi post.


 
 
 
I più impavidi saranno pronti a comprare (spero coperti dagli stops), i più cauti avranno invece bisogno di qualche conferma in più prima di ricominciare gli acquisti.
 
Io, per ora, sono tra questi ultimi.

ElwaveSurfer

PS: per chi è interessato al RENKO, cui ho dedicato un post il 3 maggio, segnalo il testo "Sentiment indicator" di Abe Cofnas; è una tecnica orientale poco diffusa in occidente e a meno di non voler navigare nei siti giapponesi (dove non basta un buon traduttore per capirci qualcosa) non si reperisce molto altro.

2 commenti:

  1. Salve, grazie per le info su Renko.

    Condivido in pieno lo scetticismo del “buy on the dips”.
    …….Due traders a w.s.; uno dice all’altro in maniera alquanto concitata.”buy on the dips” e l’altro molto seraficamente risponde: sai cosa arresta la caduta dei capelli?...il pavimento!!! e adesso sai dirmi cosa attesta la caduta di un titolo? …lo zero!!!!!

    Buona giornata

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  2. E' proprio così, la speranza (di una ripresa di un titolo) è l'ultima a morire, ma intanto ti azzera il capitale.
    Penso a quando non usavo gli stop; presi 5 milioni di Alitalia nel 1998, adesso non ci accendo neanche il camino.
    Ciao.

    EWS

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