"Pensa da uomo di azione e agisci da uomo di pensiero" (Henri Bergson)

sabato 12 gennaio 2013

Borsa Italiana - Per non perdere l'orientamento a causa di un eccesso di euforia

Due settimane come queste di inizio 2013 non si vedevano da alcuni anni.
Ora la domanda che sorge spontanea è; siamo definitivamente entrati in un bull market ciclico di medio lungo termine?
Tentiamo prima una risposta con l'analisi tecnica e poi qualche considerazione di analisi fondamentale.
Nell'ultima quindicina abbiamo assistito, in ordine temporale a tre importanti eventi:
1°) il 2 gennaio, alla rottura della prima resistenza costituita dalla neckline del Testa & Spalle rialzista, non dei più canonici, formatosi da agosto 2011 e avvalorato da una interessante divergenza bullish prezzi/momentum tra il minimo di settembre 2011 (spalla sinistra) e il minimo di luglio 2012 (testa);
2°) nei giorni immediatamente successivi, alla rottura della seconda resistenza rappresentata dalla trendline ribassista dai massimi di maggio 2007 - febbraio e aprile 2011; 3°) mercoledì scorso 9 gennaio alla rottura della terza ed ultima resistenza orizzontale di area 16.900 - 17.200.
Per l'analisi tecnica chartistica tradizionale questi sono segnali importanti che confermano un quadro già impostato positivamente (le medie a 20 e 50 settimane hanno supportato la riaccumulazione della spalla destra) e sanciscono il definitivo passaggio da un trend di medio ribassista (prima) e poi (da ultimo) laterale, ad uno rialzista.
Per l'analisi tecnica avanzata, nella fattispecie la teoria di Elliott, lo scenario più plausibile contempla la prosecuzione della terza onda rialzista di breve (grado minor) della prima rialzista di medio (grado intermediate) di una onda primary dentro ad un ciclo ancora correttivo.
Cosa significa in concreto?
Significa che, per ora, il potenziale rialzo va valutato in un'ottica di settimane, probabilmente anche di alcuni mesi, ma non di anni, ovvero non siamo in una situazione simile al bullish breakout del gennaio 1997; oggi, la struttura del pattern non appare impulsiva come allora, anche se mantiene un notevole potenziale, con target ultimo a livelli quasi imbarazzanti (area 24.000 - 24.500).
In sostanza, restiamo ancora in uno scenario ciclico negativo, il che si sposerebbe con il quadro macroeconomico, che anche se lagging per definizione e poco utile al trading, va sempre considerato.
Questo quadro resta ancora pesantemente negativo e non scalfito dal recente calo dello spread e dei rendimenti sui titoli; debito pubblico da default, rigore di bilancio da apnea, domanda per consumi in calo, spesa pubblica inchiodata dal patto di stabilità europeo, spesa per investimenti ferma perchè le imprese hanno poche risorse e scarso accesso al credito (tanto le banche guadagnano dal trading sui BTP e si rivalutano con la borsa che sale); tutto ciò significa: prodotto interno lordo al palo e reddito disponibile in calo, anche per l'aumento delle tasse sulle famiglie (che erodono i propri risparmi per vivere) e i pochi (o zero) profitti delle imprese, sempre a fronte di una disoccupazione drammatica (come ha detto Juncker in settimana ipotizzando addirittura un salario minimo).
Per ora abbiamo evitato il collasso di sistema, e facciamo finta che ci basti, se siamo tra i fortunati che hanno mantenuto un lavoro o una fonte di reddito apparentemente stabile.
E si dirà: allora perchè la Borsa sale? Perchè il quadro era talmente nero pochi mesi fa che sol che sia grigio scuro è già un sollievo per il sentiment di quelli che hanno le chiavi dei forzieri.
Tuttavia, in ambito tecnico, affinchè il rialzo possa proseguire è necessario almeno che:
1°) Nyse e Nasdaq salgano o comunque non scendano (il "vero" Cliff sarà un imminente banco di prova, e occhio ad Apple, è a un livello cruciale e può essere il vettore o la zavorra di tutto il mercato); 2°) l'oro continui a dormire sonni tranquilli, il che significa che le tensioni e le paure restano sopite; 3°) non accada qualche evento esogeno dirompente (ma qui si entra nella sfera dell'imponderabile).
E' chiedere troppo?
Vedremo.
Per chi dovesse ancora entrare sul mercato azionario perchè ha aspettato troppo o è stato colto alla sprovvista dalla velocità degli eventi, riporto le mie "riflessioni allo specchio" di sabato 29 dicembre 2012: .... ci sono due strategie possibili........: 1°) se il mercato ripiega in modo ordinato, acquistare i titoli con la migliore impostazione tecnica e fondamentale....; ora è forse la scelta più saggia, un top di breve è vicino e uno storno assai probabile; in questo caso serve pazienza; 2°) se il mercato non ripiega e rompe....al rialzo, comprare sui breakout delle congestioni; ora è l'azione più difficile sui singoli titoli e in un'ottica di breve perchè tutte le rotture più interessanti si sono già realizzate, ancora possibile in un'orizzonte di medio periodo e con uno stop più largo (quindi accettando più rischio); in questo caso ci vuole "stomaco" e nervi saldi.
Psicologicamente non è una situazione facile; la lotta tra l'impazienza di entrare per non perdere il treno e il timore di pagare un prezzo troppo alto per una corsa troppo breve è uno dei classici contrasti d'animo dei periodi favorevoli.
Quando si investe il proprio capitale in modo dinamico il comportamento teorico ottimale è "gestire le proprie emozioni e agire senza recriminazioni", anche se è più facile raccontarselo che farlo (soprattutto se ci dovessimo sbagliare e il mercato iniziasse a scendere).

Buon trading... e prudenza! (e sempre lo stop loss in testa, anzi meglio sulla piattaforma)

ElwaveSurfer








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