"Pensa da uomo di azione e agisci da uomo di pensiero" (Henri Bergson)

domenica 4 novembre 2012

IL PUNTO DELLA SETTIMANA

USA: NUOVO PRESIDENTE, VECCHI PROBLEMI
 

 
Nella settimana terminata questi gli spunti interessanti:
 
GRECIA: preseguono i negoziati tra il governo e la Troika (FMI-BCE-UE);
per molti commentatori l'obiettivo di raggiungere un debito pari al 120% del PIl nel 2020 è impossibile; Samaras ha chiesto 2 anni in più per uscire dalla procedura di deficit eccessivo (dal 2014 al 2016) e si è impegnato a nuovi tagli di bilancio per 13,5 miliardi, ma si stima un divario di 15-30 Miliardi e la Germania non vuole che la 3° ristrutturazione del debito sia a carico degli Stati.
Il clima sociale resta rovente, quello economico deprimente; molte grandi imprese delocalizzano; l'ultima è stata Coca Cola Hellenic, una delle maggiori società quotate alla Borsa di Atene che ha deciso di trasferire le  quotazioni a Zurigo e forse a Londra. Il motivo è logico; sulle prossime emissioni obbligazionarie rischia di pagare un premio sui tassi troppo alto.
I mercati sembrano non temere eccessivamente la situazione.
 
 
 
SPAGNA: il governo Rajoy tergiversa ancora, continua l'asse con la Merkel
Il Premier Spagnolo non chiede aiuti al fondo ESM perchè prima vuole capire quali sono le condizioni alle quali il paese dovrà sottostare.
Nella settimana precedente Moody's aveva ritoccato al ribasso il rating di 5 regioni spagnole ma non ha declassato a spazzatura quello del Paese, solo perchè confida in un pronto intervento del fondo salvastati e della BCE.
La Bad Bank spagnola acquisterà circa 90 Miliardi di asset tossici delle banche ma con un pesante sconto, per gli immobili del 63% rispetto ai valori di libro, per i prestiti del 45%.
E' un default interno mascherato.
La mina non è comunque disinnescata.
 
 
 
 
GERMANIA; Angela Merkel dichiara che servono ancora 5 anni per superare la crisi (se qualche Paese non salta gambe all'aria prima...)
Il Premier tedesco mantiene ferma la barra verso la più strenua austerità, continuando a ripetere che la crisi del debito in Europa è stata causata da scellerate politiche fiscali dei Governi e scarso rigore monetario, 2 aspetti che la Germania con Schroeder 10 anni prima aveva fatto, portandola al successo attuale.
La Merkel avrà pure ragione ma i tedeschi sono i tedeschi, di latino hanno ben poco, con i governanti che si sono ritrovati Grecia, Spagna e Italia che rigore poteva esserci?
D'altronde ogni popolo ha il governo che si merita.
 
 
USA: settimana corta, occupazione in aumento, una carta in più per Obama
Wall Street chiusa 2 giorni per l'uragano Sandy.
Sale l'occupazione più del previsto anche se il tasso di disoccupazione è salito al 7.9% dal 7.8%, comunque sotto al fatidico 8%, livello oltre il quale nessun Presidente uscente è mai stato eletto.
 
ITALIA: Governo alle prese con la legge di stabilità...e il risultato di Grillo in Sicilia
L'ho tenuta per ultima perchè le beghe nostrane sono sempre le stesse;
la prossima legge di stabilità, tra l'altro, propone tagli molto alti ai trasferimenti degli Enti Locali (2.500 Miliardi) che per compensare il calo di risorse, dovrebbero riformare ancora di più la spesa (c'è ancora del grasso nei grandi Comuni, ma i piccoli sono alla canna del gas) ma alzeranno ancora le imposte sulle famiglie, IMU e addizionale IRPEF in testa.
La pressione fiscale quindi aumenterà, ma Monti farà vedere che non è pressione statale...il giochino delle tre carte fatto con l'introduzione dell'IMU con addizionale statale incorporata continuerà!
Il M5S continua a mettere pressione ai partiti tradizionali, ultimo a cadere è l'IDV con Tonino Di Pietro nella bufera; se evitassero di appropriarsi di danaro pubblico e costruissero asili, scuole, residenze per gli anziani, tutelando i beni pubblici (acqua e  ambiente) e dimostrando vero rispetto per il popolo che governano,  Grillo non esisterebbe, perlomeno non nelle dimensioni viste in Sicilia (anche se la scarsa affluenza ha un po' distorto i pesi in campo).
Chi è causa del suo male pianga se stesso.
 
 
 
 
 
Nella settimana prossima:
 
 
 
USA; nuovo Presidente, stessi problemi: crescita economica e fiscal cliff
 
Scopriremo quale sarà il prossimo Presidente e come reagirà Wall Street.
Chiunque vinca, il tema più scottante resta il Fiscal Cliff; il 1° gennaio, senza un accordo, ci saranno tagli automatici alla spesa pubblica [50% militare (poco male), 50% sociale (molto male)] per 1.100 miliardi e un aumento della pressione fiscale ai livelli antecedenti gli sgravi decisi da George Bush.
Secondo alcuni istituti di ricerca, se questa ipotesi si materializzasse, ci sarebbe una contrazione del PIL tra lo 0.5% e l'1% e un aumento della disoccupazione a oltre il 9%. Un disastro.
Le ricette dei due candidati sono esattamente opposte:
Obama propone un aumento delle tasse sui redditi superiori ai 250 mila dollari, Romney un taglio delle aliquote fiscali per stimolare la crescita sanando il deficit con l'aumento della base imponibile.
Piacendomi Keynes e poco i monetaristi, inutile dire che concordo con Obama, se non altro perchè pensare che tagliare le tasse ai più ricchi faccia aumentare i consumi è un'utopia tutta americana (e di qualche altro europeo e italiano che non cito).
Probabilmente l'opzione più saggia sarebbe un mix tra rialzo delle tasse alle classi ricche e riduzione della spesa militare...
 
 
 
 
Dati macroeconomici di rilievo in uscita negli USA:
 
   05.11  > indice ISM non manifatturiero (poco importante)
   07.11  > indice MBA richieste mutui (media importanza)
              > scorte di petrolio;
              > crediti al consumo;
   08.11  > bilancia commerciale (media importanza)
             >  richieste sussidi alla disoccupazione (alta importanza, ma ad elezioni fatte...)
   09.11 > prezzi alle importazioni e alle esportazioni (media importanza)
 
 
Trimestrali USA in uscita:
 
colossi: Time Warner Cable, Humana, Qualcomm, Activision Blizzard, Kraft, Disney, Nvidia;
 
azioni leaders:  05.11 = TWC; 06.11 =  NSM, RAX, VSI;  07.11 = GOLD, PRGO;
                         08.11 = FLT, JAZZ, DIS.
 
 
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